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ROAD SWEET HOME  -  XV EDIZIONE

“Road Sweet Home”

 

Tre giornate di performance utopiche e quattro di laboratorio-atelier per la quindicesima edizione di Festivalguer organizzata da Expopteatro

C’è la “strada” al centro dell’edizione numero 15 di Festivalguer, festival internazionale di performing arts, organizzato da Expopteatro nel cuore della cittadina catalana. La strada intesa come offerta di incontri, affetti, encato di via Sassari, che vedrà impegnati il pubblico algherese e l’artista marsigliese Olivier Grossetête nella costruzione di una monumentale architettura con materiali di riciclo.

 

“Road Sweet Home” (“Strada dolce casa”) è dunque il titolo che, inevitabilmente, rimanda ai temi di “On the road”(“Sulla Strada”),il capolavoro di Jack Kerouac scritto nel 1951 e ispiratore di un movimento artistico, poetico e letterario che invita ancora oggi a uno stile di vita basato sul nomadismo e sulla capacità di purificazione messa in atto dal vivere, appunto, sulla strada. E a quel rigenerante e al tempo stesso elettrizzante vagabondaggio di idee, epicentro di creatività e architetture immaginifiche, si ispirano Don Pasta, Fabio Marceddu e Olivier Grossetête, ovvero il tris di artisti internazionali reclutati dalla direzione artistica di Expopteatro. Un trittico di spettacoli - non a caso tre è numero perfetto, simbolo del ternario e risoluzione del conflitto dualistico -scelto per animare l’eclettico calendario dicembrino del festival, predisponendo l’intera cittadinanza algherese, ma anche i tanti turisti e visitatori, a godere dei numerosi appuntamenti in vista delle attese festività natalizie.

 

Fedele alle intriganti espressioni della cultura pop e a quella rinnovata sensibilità poetica che si ispira ai cortocircuiti tra arte e vita, la vetrina di spettacoli di “Road Sweet Home” include un mosaico di performances teatrali e multimediali, feste e allestimenti site-specific, atelier e dj-set con cucine d’assalto il cui obiettivo è coinvolgere e stupire attivamente il pubblico, invitandolo in modo diretto a quell’interazione e purificazione artistica di kerouachiana memoria che è poi uno dei pilastri ispiratori del festival. Il pubblico, inteso come ingrediente attivo della manifestazione, sarà dunque chiamato a un’operatività artistica capace di attivare la percezione del bene comune a partire dagli atelier e laboratori, organizzati negli spazi dell’antico mercato cittadino, tra le mura della Torre San Giovanni e nel rinato gioiello architettonico di Lo Quarter.

 
 
Atelier di Architettura Utopica con Olivier Grossetête

5 - 8 dicembre 2017   Ex Mercato di Via Sassari  ALGHERO

performance ROMINA DE NOVELLIS 

Ad anticipare il festival, martedì 5 dicembre, negli spazi dell’ex mercato di via Sassari, sarà il laboratorio-atelier tenuto da Olivier Grossetête, eclettico artista francese, classe 1973, che inviterà il pubblico alla costruzione della sua monumentale struttura intitolata “Des Bâtisses Soeur aux villes Ephémères(costruzione monumentale partecipata in cartone)”. Il laboratorio, che coinvolgerà all’incirca 150 partecipanti e durerà quattro giorni, vedrà gli abitanti di Alghero riunirsi per costruire insieme un edificio utopico, un’architettura fantastica che rende realtà i sogni e che s’incentra sul tema del recupero lavorando con l’utilizzo di cartoni, piccoli oggetti insignificanti, lettere e carte riciclate

DON PASTA   -   “Cookin dj set” e   “United Food of Sardinia”

Venerdì 8 dicembre, ore 20 - Piazza Pino Piras​

Sabato 9 dicembre, ore 19 - Piazza Pino Piras​​

Regia, cucina e voce narrante: Don Pasta

Immagini: Antonello Carbone e Davide di Gandolfo​

L’onore di inaugurare il festival, direttamente dagli incanti mediterranei del Salento, spetta all’estro dello scrittore, attore e musicista Don Pasta, artista talmente amato oltralpe da spingere l’Ambasciata di Francia a finanziare molte delle sue tournée in giro per il mondo. Filosofo-chef e brillante performer (“Se hai un problema... aggiungi olio”, questo il suo motto), Don Pasta, alias Daniele De Michele (secondo il New York Times "uno dei più inventivi attivisti del cibo"), nella cittadina catalana porterà ben due progetti: il “Cookin dj set” e “United Food of Sardinia”.

Il primo è un dj-set speziato con le sonorità del mondo intero, una ricca e gustosa festa in notturna con piatti e pentole dal vivo accompagnata da paste fresche fatte a mano e degustazione di vibes e vinili. “United Food of Sardinia” o Viaggio nella cucina popolare sarda, è invece un progetto che unisce la ricerca sui saperi antichi del cibo e l’uso delle nuove tecnologie media. Una sorta di documentario costruito sul tema del patrimonio culinario popolare sardo e mandato in onda, in diretta, con supporto sonoro su diversi schermi e pareti. Nell’installazione visuale, i protagonisti della performance saranno gli stessi algheresi (ad esempio, una nonnina che fa la zuppa di pesce, un pescatore o un allevatore della zona), uomini e donne intenti a tramandare la loro cultura e arte culinaria attraverso la preparazione di piatti e ricette tipiche del territorio. Le interviste ai vari personaggi saranno realizzate dal vivo e i materiali video saranno proiettati la sera di sabato 9 dicembre, in occasione dell’istallazione multimediale che vedrà anche dee-jay e vee-jay raccontare in video e dal vivo un viaggio musicale nella cucina popolare sarda.

 

 

Olivier Grossetête​ - “Des Bâtisses Soeur aux villes Ephémères”  

“Costruzione” e “Decostruzione”

Sabato 9 dicembre, ore 11.00 e domenica 10 dicembre, ore 16.00

Piazza Pino Piras​

Protagonista del fine settimana festivaliero sarà Olivier Grossetête, artista marsigliese che ha dedicato gli ultimi diciassette anni a realizzare in giro per il mondo le sue “architetture utopiche”, ovvero decine e decine di megastrutture monumentali create utilizzando esclusivamente cartone, nastro adesivo e la fondamentale manodopera dei volontari. Le costruzioni di questo artista visivo rappresentano una chiamata civile collettiva, un modo per manifestarsi e costruire tutti insieme un’architettura utopica, senza l’aiuto di costosi macchinari ma sfruttando l’energia del corpo e il collante della solidarietà. Giocando con parole, forme, volumi e materiali, Grossetête cerca di traslare temi dal forte impatto sociale nel mondo dell’incanto e della poesia, passando dalla realizzazione di strutture monumentale in cartone, alla creazione meticolosa di piccoli collage e minuterie. In occasione del festival, Grossetête metterà in scena dal vivo le sue ardite installazioni con due differenti performance: sabato mattina, il pubblico potrà partecipare alla “Costruzione” ovvero la realizzazione di una torre a dimensioni naturali nella centrale piazza Sulis. Domenica pomeriggio, invece, sarà il momento della “Decostruzione”, ovvero la conseguente demolizione della torre, con tanto di festa finale, organizzata nel cuore del salotto cittadino.

White Rabbit / Red Rabbit

10 dicembre - ore 21.00 Torre di San Giovanni

 

di Nassim Soleimanpour​

con Fabio Marceddu​​

Il compito di chiudere con un piccolo colpo di scena il festival, tocca al “teatrante per caso” Fabio Marceddu, attore dell'Accademia d'arte drammatica della Calabria, amato da addetti ai lavori del calibro di Gigi Proietti e Franco Quadri. Marceddu domenica sera, sarà il protagonista di “White Rabbit/Red Rabbit” (“WRRR”), fortunato quanto misterioso lavoro del drammaturgo iraniano Nassim Soleimanpour, applaudito anche sul prestigioso palcoscenico del Fringe Festival di Edinburgo. Lo spettacolo, su cui vige il più assoluto riserbo, va in scena tra le storiche mura della Torre San Giovanni, ed è un originale esperimento sociale che contiene alcune regole da rispettare: chi decide di portarlo sulla scena (negli anni lo hanno interpretato autori celebri tra cui Sinead Cusack, Whoopi Goldberg, Ken Loach) non può averlo visto prima e i media e i giornalisti che assistono alla rappresentazione non potranno svelarne il contenuto o scrivere recensioni. Fabio Marceddu lo interpreterà dunque per un’unica volta, senza regia e senza prove, e quando aprirà la busta sigillata che contiene il copione, sarà già in scena pronto a condividerne il contenuto con il pubblico. Tradotto in 25 lingue, con più di mille repliche in giro per il mondo, “WRRR” è uno spettacolo inserito nel progetto di promozione della scrittura teatrale internazionale, sostenuta dal St. Martin Theatre Segal Center della City University di New York, e incentrato sulle influenze del linguaggio da strada nella drammaturgia contemporanea.

 

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